articolo-ladino-campitello-sen-jan-canazei-val-di-fassa-dolomites-myfassaplus-Canva-Val-di-Fassa-dolomite

Il ladino: lingua e tradizioni delle valli dolomitiche

Il ladino è una lingua molto antica che antecede la nascita di molti dialetti italiani ma l’origine nella sua componente non latina non è ancora del tutto chiara. È parlata nelle valli dolomitiche, attorno al Gruppo del Sella, avente affinità linguistiche con il “romancio” dei Grigioni (Svizzera), con l’ampezzano ed il friulano (Veneto). Il ladino, sia scritto che parlato, è previsto esattamente come la lingua inglese, anche nell’insegnamento nelle scuole della Val di Fassa, Val Gardena e Val Badia (scuole paritetiche con le lingue italiano e tedesco).

I primi numerosi e controversi studi sulla lingua ladina risalgono intorno alla metà dell’800 per opera del glottologo austriaco Christian Schneller. Successivamente G.G.Ascoli, massimo glottologo italiano, ampliò le sue teorie: il sormontare della parlata tedesca da settentrione, secondo lui, portò allo sfaldamento dell’antica unità linguistica ladina in tre gruppi: il ladino dei Grigioni, quello dolomitico e quello friulano, mentre gli altri dialetti italiani si facevano strada dal meridione.

“Dunque le parlate ladine erano da ritenersi alla periferia del sistema linguistico italiano, non derivate da questo” puntualizzò Ascoli, e spiegò inoltre che “(…) le lingue ladine erano potute durare così a lungo per l’isolamento delle popolazioni nelle valli alpestri, quasi mai a contatto con le parlate vicine tedesche ed italiche, ma anche per una certa indipendenza politica goduta lungo i secoli da quelle popolazioni.”(1)

Le preziose favole di Giovanni Alton 

Ogni vallata ha una propria cadenza della parlata ladina, in particolare Fassa, Badia, Gardena e Livinallongo, spesso con notevoli differenze linguistiche tra monte e valle: per esempio in Val di Fassa si distingue il “cazèt” nella valle superiore e il “brach” nella valle inferiore. Del ladino-fassano non esiste una letteratura antica, se non qualche raccolta di poesie e qualche canovaccio per le rappresentazioni teatrali popolari. Senz’altro il documento letterario più importante a questo riguardo lo dobbiamo a Giovanni Alton che pubblicò nel 1881 una preziosa raccolta di proverbi, tradizioni ed aneddoti nelle lingue ladine delle quattro valli, confrontate con la traduzione in italiano.

“Ha tutt’ora il pregio indiscusso di aver riportato alla luce, specialmente per quando riguarda Fassa, le favole originali, desunte dalla tradizione popolare; altrettanto non può dirsi della favolistica pseudoromantica, pubblicata da diversi autori, italiani e tedeschi, tra le due guerre mondiali.”(2)

Tradizioni e costumi

Feste e costumi folkloristici rendono ancora oggi la Val di Fassa un luogo affascinante e suggestivo. Fino agli inizi del XX secolo erano ancora “vive” tutte le tradizionali usanze del luogo con lo scopo di mantenere saldo il senso di collettività. Il matrimonio, ad esempio, contava in sé numerose tappe che coinvolgevano sposini e paesani in una continua escalation tra comico, sacro e solenne. Il carnevale, tradizionale ricorrenza italiana, viene qui “condito” da numerose particolarità, come la “mascherédes”, rappresentazione casalinga di commedie esilaranti, o  “el bufòn”, la maschera più estrosa e buffa della parata. Tutto questo raggiungeva il culmine della tradizione e della condivisione tra i popoli locali nel serata di martedì grasso: gli abitanti accendevano infatti grandi falò e si divertivano a sfidarsi su quello dalle dimensioni maggiori.

Ma la storia, la cultura del luogo passa innanzitutto attraverso la parola, parola dialettale ma evocativa, come quelle che venivano utilizzate per soprannominare i diversi abitanti della valle, secondo caratteristiche peculiari, storia, ecc: ecco allora che troviamo i Musac (asini), gli Strions (gli stregoni) o i Pazedins (lievitatori di pane nel mastello di legno). 

Se vuoi leggere altre curiosità sulle tradizioni ladine e sulla Val di Fassa leggi qui.

(1,2) Fonte: Artoni Carlo, 250 itinerari in Val di Fassa – Aspetti storici – geografici – turistici, Mandrini Editori, 1996, p.47-52

articolo-ladino-campitello-sen-jan-canazei-val-di-fassa-dolomites-myfassaplus-Ladino_Photo-by-Rottonara

Photo by Rottonara

Altri articoli che possono interessarti...